Specialista per cura del cheratocono
Il dottor Severino è un chirurgo refrattivo e un artigiano dell’occhio con oltre 75mila interventi.

Uno specialista per la cura del cheratocono

Il cheratocono è una condizione specifica della cornea che, nel tempo, perde la sua normale curvatura rotonda per sporgere verso l’esterno come un cono. Si tratta di una malattia progressiva non infiammatoria, che porta la cornea ad assottigliarsi e deformarsi. A causa della degenerazione delle fibre di collagene, lo strato oculare esterno si appuntisce e l’occhio diventa più sporgente, spesso per forza gravitazionale verso il basso. 

A seconda della parte in cui la cornea si incurva, il cheratocono può produrre i seguenti difetti refrattivi:

  • astigmatismo irregolare
  • miopia variabile

Il cheratocono di solito viene rilevato nell’adolescenza: spesso, infatti, colpisce i giovani fino ai 30 anni circa che si trovano così a dover gestire una malattia cronica. Tuttavia, può manifestarsi anche durante l’infanzia. In alcuni casi, viene diagnosticato in età avanzata, ma di solito solo quando è lieve.

I cambiamenti nella forma della cornea si verificano nell’arco di diversi anni, ma a un ritmo più rapido nei pazienti più giovani. Una diagnosi precoce del cheratocono aiuta sempre ad avere un vantaggio sulla malattia e a prevenire i danni. 



Ci sono vari modi per trattare questa condizione sebbene non esista propriamente una cura definitiva per il cheratocono. Di seguito, vediamo nel dettaglio quali sono i sintomi visivi del cheratocono, gli stadi di questa patologia, il percorso di diagnosi e le cure possibili per migliorare la propria condizione.

Come si vede con il cheratocono: sintomi visivi

Il cheratocono dà alcuni sintomi visivi che possono fare accendere una spia: con un problema di cheratocono, infatti, si vede male. La vista in uno o entrambi gli occhi peggiora gradualmente, anche se si usano occhiali o lenti a contatto.
Chi soffre di cheratocono potrebbe avere i seguenti sintomi visivi:

  • Visione doppia quando si guarda con un solo occhio
  • Aloni intorno a luci intense
  • Lieve distorsione dell’immagine

Il cambiamento può terminare in qualsiasi momento o può continuare per diversi anni. Nella maggior parte dei casi, il cheratocono finisce per colpire entrambi gli occhi. Con il tempo, le modifiche alla cornea che ne derivano rendono difficile la messa a fuoco dell’occhio sia con gli occhiali, sia senza, o con lenti a contatto morbide standard.

Di solito, il cheratocono non dà dolore. Fanno eccezione rarissimi casi quando la malattia si sviluppa rapidamente e lo sfiancamento della cornea porta alla sua perforazione.

Come si prende il cheratocono

La causa del cheratocono è in parte sconosciuta, ma sembra avere una componente ereditaria o, per meglio dire, familiare. Nella maggior parte dei casi non vi sono lesioni agli occhi pregresse o altre malattie che portano l’occhio a cambiare.

I pazienti con cheratocono, inoltre, tendono a strofinarsi molto gli occhi, il che può causare uno sviluppo più rapido della condizione. Lo sfregamento oculare può essere anche una causa meccanica allo sviluppo del cheratocono nei soggetti sani, ma con predisposizione genetica alla malattia.

Il cheratocono non si può quindi “prendere” poiché non viene trasmesso da un virus, ma può manifestarsi in presenza di particolari condizioni.

Gli stadi del cheratocono

Il cheratocono prevede quattro stadi che possono essere diagnosticati e curati in modo diverso. La malattia, però, non procede necessariamente in maniera progressiva da uno stadio al successivo.

Il primo stadio è noto anche come “cheratocono frusto” ed è molto lieve. Spesso è confuso con un semplice astigmatismo, e si riconosce misurando la curvatura della cornea attraverso la topografia corneale. In relazione all’età, è vantaggioso il cross–linking personalizzato.

Il secondo stadio del cheratocono è facile da individuare anche con altri esami, come ad esempio la pachimetria. Questa condizione si individua facilmente perché tende a causare un peggioramento rapido di astigmatismo e miopia. Attualmente gli anelli VQR, impiantati per mezzo di femtolaser Ziemer, stanno offrendo grandi soddisfazioni per ridurre la quota astigmatica.

Nel terzo stadio del cheratocono la cornea è talmente curvata che diventa necessario l’utilizzo di lenti su misura. In questo stadio, è inoltre possibile intervenire con l’impianto di anelli intrastromali INTACS, ma anche VQR in alcuni casi.

Il quarto stadio del cheratocono è il più grave, ma anche il più raro. Porta a un gravissimo deficit visivo e si può correggere solo con un trapianto di cornea con femtolaser.

Cura del cheratocono

Al momento non esiste una cura definitiva per il cheratocono, ma la condizione è del tutto trattabile. Il cheratocono si può curare per migliorare la propria condizione visiva. Al contrario, se non viene trattato, può portare a gravi conseguenze.

L’obiettivo delle cure nelle persone con cheratocono è quello di fornire la migliore visione possibile. Nelle prime fasi della malattia, la vista può essere corretta con occhiali normali. Sulla base dei risultati dell’esame oculistico, determiniamo le lenti correttive più appropriate. Possiamo correggere alcune entità di errori di refrazione sia con occhiali da vista, sia con lenti a contatto.

Dal punto di vista terapeutico, l’evoluzione della cura del cheratocono ha avuto un entusiasmante progresso negli ultimi due decenni. Nei primi tre stadi del cheratocono è possibile eseguire un intervento denominato cross-linking corneale. Questa cura è stata la prima ad essere sviluppata con lo scopo di rinforzare la cornea e bloccare il progredire della malattia.

A seconda dei casi, il cross linking può essere associato all’impianto anelli intrastromali VQR o INTACS. Inizialmente l’impianto degli anelli per trattare il cheratocono avveniva chirurgicamente, mentre adesso si esegue attraverso un femtolaser di ultima generazione.

Gli anelli intrastromali sono calibrati ad hoc per ogni singolo paziente. Riducendo la deformazione della cornea, riducono anche l’astigmatismo irregolare indotto dal cheratocono e gli aloni, migliorando la qualità della visione.

L’aberrazione visiva e l’astigmatismo indotto dal cheratocono possono essere trattati anche nei pazienti pseudofachici, ovvero già portatori di cristallino artificiale. In questo caso, è possibile inserire una sottile lente, dello spessore di una lente a contatto, di modo che poggi sul cristallino artificiale. Questo procedimento è denominato Piggy Bag ed è in grado di correggere astigmatismi anche molto elevati, tra cui astigmatismi complessi in esiti di trapianto di cornea.

A seconda dei casi, il cheratocono si può quindi curare con una tecnica precisa o con la combinazione di più tecniche, previa una valutazione diagnostica adeguata. Pur non esistendo una cura definitiva per il cheratocono, l’uso del femtolaser porta a una gestione soddisfacente di questa condizione.

Ricorrere al trapianto di cornea può essere invece necessario in presenza di un cheratocono grave al quarto stadio, o di trattamenti precedenti non compatibili con gli altri interventi. In questi casi, il recupero della vista può richiedere tempi più lunghi, talvolta anche più di un anno.

Pensi di soffrire di cheratocono? Consulta il Dottor Severino!

A seconda dello stadio della malattia e delle esigenze del paziente, lo Studio Oculistico Severino è in grado di consigliare il percorso e le cure migliori. L’oculista Dario Severino è infatti uno dei chirurghi con maggior esperienza nel trattare il cheratocono.

Una visita estremamente meticolosa è il primo passo per studiare in ogni dettaglio il cheratocono del paziente. Una volta diagnosticata con precisione altissima lo stadio e il tipo di curvatura, il dottor Severino elabora un percorso di cura del cheratocono personalizzato da svolgere in un determinato lasso di tempo con l’obiettivo di ripristinare al meglio la qualità dell’asse visivo.

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Il Dott. Severino

Il dr. Dario Severino è un chirurgo refrattivo con più di 25mila interventi con tecniche PRK e Lasik eseguiti e più di 50mila pazienti operati per diverse patologie oculistiche, è inoltre docente di neuroftalmologia all’Università di Pisa. Se vuoi un primo parere sul tuo caso, puoi scriverci una mail, il dottore sarà lieto di risponderti.

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